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di Giovanni AMODIO

 

 

Una intuizione felice, sul piano esistenziale e ancor più sulla sua risoluzione letteraria, giunge in libreria da un giovane autrice di talento come Celeste FORTUNATO ed il concetto di altra possibilità diviene motivo nobile per rinascere, ricredersi, rinnovarsi, recuperare ciò che sembrava perduto, occasione prolungata dal desiderio che trova nel fenomeno della Reincarnazione la soluzione.

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Due protagoniste Elisabeth e Chiara, Nadir e Zenit della stessa persona in due epoche diverse, percorrono le singole storie, in realtà riunite tra loro abbattendo i limiti del tempo e dello spazio al fine di rimodulare i gesti, le azioni, le scelte, gli amori, gli approdi.

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Nell’intreccio avvincente della storia, Celeste FORTUNATO si propone idealmente come spirito laico tra le due facce di una stessa moneta femminile, di grande fascino, di alto profilo morale e compone sinfonia letteraria che procede per scansioni, tra le due epoche, attenendosi ad una scrittura attenta, immediata, priva di barocchismi come divague convenzionalità.

 

L’autrice mostra le proprie doti narrative dove la bellezza è verità, e due doti personali di Celeste e delle protagoniste diventano sinonimi nella duplice rinascita di opportunità di vita oltre, rinascita di valori quali risvolti estremi di una lezione d’amore esemplare.

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di Tommaso Mario GIARACUNI

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La scrittrice tarantina Celeste FORTUNATO nella sua prima opera letteraria ha saputo mettere assieme interessanti plurivalenze con convincente e duttile godibilità, formando voce sicura tra le schegge di giorni, immagini, ricordi, riflessioni, armonizzando i sentimenti universali.

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Una scrittura sobria, con citazioni dotte, prosa semplice e con ingredienti di verità. Ciò che mi ha ben disposto a queste pagine è il fluire spontaneo non disgiunto di un'accorta struttura formale e ricchezza lessicale da cui emergono felici metafore, dialoghi serrati e impennate dal sapore poetico. Soprattutto, ciò che mi ha colpito piacevolmente è la trama ambientata a Taranto ed è come ritrovarsi a casa, echi del passato rivissuti con affetto e senza rimpianti.

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Nel pretesto dell'affascinante tema della Reincarnazione, Celeste FORTUNATO offre una ulteriore possibilità di vita e di riscatto.

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di Lina RICCOBENE

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L'originale romanzo della giovane scrittrice Celeste FORTUNATO costruisce e ricostruisce una singolare storia d'amore che lascia emergere due identità femminili di grande spessore e di sicuro fascino contestualizzate alla vicenda, come nel carattere e nei tratti psicologici, attraverso il fenomeno della Reincarnazione.

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L'evento è condotto in modo affascinante e misterioso, inserito meritoriamente in un contesto (Taranto, ampiamente protagonista nello sfondo storico e urbanistico per un rapporto diretto e proficuo tra verità e fantasia, dove la duplicità esistenziale assume valore d'emblema) che annovera la semplicità del vissuto e del quotidiano come elemento di raccordo e di specificità, assumendo una scrittura schietta e diretta.

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Celeste FORTUNATO mostra qualità narrative e introspettive che, nel loro continuo convergere e fluire, raccoglie la molteplicità dell'esistenza nella melodia di un racconto esemplare, svelando un'anima sensibile ma indomita.

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di Andrea BONANNO

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La prima impressione che nasce subito dalla lettura del romanzo di Celeste FORTUNATO è quello di un tempo sospeso, dove tutto aleggia in esperienze misteriose, nella cui atmosfera insolita l'autrice fissa le tappe salienti di un viaggio ricognitivo, caldeggiando spazi vitalizzanti che aprono la propria anima al perdono.

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Il lessico semplice e terso della FORTUNATO, volto a indagare e a penetrare i lati oscuri degli eventi e ad illuminare i cunicoli bui dell'anima delle protagoniste, si rivela incisivo nell'analizzare le emozioni e le paure, con la tensione a esorcizzare e rimuovere l'ineluttabilità del destino.

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Il pregio massimo dell'affascinante recherche dell'autrice risiede nel suo recuperare storie già vissute in un tempo non del tutto perduto, per superare i limiti stessi della vita e liberare la propria condizione esistenziale dai risvolti negativi di un destino prestabilito.

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Il libro rivela una complessità inventiva notevole ed una elevata capacità di saper evidenziare e precisare sfumature di sentimenti, desideri, ansie, aspirazioni, per affremare la voglia e il potere di raggiungere l'unitarietà di una chiara identità. La complessa struttura ad incastri, progettata dalla fantasia della FORTUNATO con vicendevoli commisurazioni e rilevamenti sentimentali tra i vari personaggi, si rivela di alto spessore, evidenziando nel contempo la tenacia nella ricerca della vita.

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Il libro, in tal senso, invita ad una ricognizione valutativa di azioni, parole, emozioni, considerazioni esistenziali, drammi dell'anima, inquietudini, con l'aspirazione ad uscire dalla condizione di solitudine e approdare all'assoluto dell'essere e alla sua risoluzione esistenziale.

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Il libro, avvincente per le tante immagini soffuse di poesia, alla fine apre spazi nuovi al cuore dell'uomo, privilegiando il perdono nelle sue vaste e diramate esplicazioni e tutti quei valori che ancora significano molto per il futuro dell'uomo.

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di Roberto REBUZZI

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Davvero singolare e carco di suggestive interpretazioni risulta il romanzo della scrittrice Celeste FORTUNATO, che ritrae una profonda riflessione sull'esistenza, con proiezioni immaginarie, attraversando i dedali di un percorso immaginifico e travagliato che da subito si preannuncia misterioso, coinvolgente e intrigante.

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Per indagare, analizzare e interpretare l'opera occorre razionale concentrazione, sensibilità ed esperienza. Del resto, penetrare nei profondi recessi dell'Io della scrittrice, coglierne ogni possibile variazione e sfumatura, attraverso la tipologia e la frequenza delle aggettivazioni, delle voci verbali, dei concetti espressi, nei pensieri compiuti o volutamente sospesi e, successivamente, esporli con chiarezza e organicità, assurge a una non facile prova delle capacità psico-intellettuali di chiunque voglia avventurarsi nel complesso cimento critico.

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La spinta che induce la FORTUNATO a vagabondare nel fantastico mondo letterario ed emozionale proviene da un magma vulcanico di idee e di visioni che le permette di inventare mirabili sequenze di episodi, animati da personaggi altalenanti tra la realtà e l'immaginazione, il cui racconto è guidato da una penna fremente, abile, fertile e poetica.

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di Elio COLLEPARDO COCCIA

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La scrittirice Celeste FORTUNATO scrive un libro delicato e fascinoso, tra le cui abili pagine del racconto poetico e commovente si innalza un inno alla fede in se stessi e alla volontà di vivere e di conquistare i propri ideali.

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Un libro magistralmente scritto, ottimanente impaginato, che conquista e avvince (io l'ho letto in poche ore) e mi resta il rammarico di averlo inghiottito troppo in fretta, con il proponimento di rivisitare e di meditare le sue pagine delicate in una seconda lettura.

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Particolarmente completo ed accurato lo studio psicologico dei personaggi femminili, sono di conforto e stimolo al lettore gli aforismi di importanti geni dell'umanità.

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di Silvestro SILVESTRI

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Non è certo usuale il tema narrativo del romanzo di Celeste FORTUNATO, tanto meno si accosta ad una facile lettura se non si segue punto per punto quella problematica che unisce e divide il senso profondo della dualità dei personaggi attraverso il percorso della Reincarnazione che spinge oltre, fino a soffermarsi in quelle forme umane (presenze-non presenze) con il proposito di liberarsi da ogni condizionamento istintuale o emotivo verso quella che per l'autrice vuole essere "esigenza morale di convivenza pacifica e giusta".

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di Enrico BAGNATO

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Un coturbante romanzo della giovane pugliese Celeste FORTUNATO incentrato su un caso di Reincarnazione nel quale questa antica dottrina viene assunta dall'autrice per esprimere l'importanza del perdono nei confronti di se stessi e degli altri. Il che viene raccontato in pagine di indubbio fascino.

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di Giorgio SQUAROTTI

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L'opera è scritta con eleganza e commozione nel sapiente ed enigmatico gioco di luoghi e di tempi, con personaggi ben delineati e, soprattutto, originale è l'idea che sostiene la narrazione.

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di Gianluigi CAPITANIO

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Già nel preludio della sua prima opera, scopriamo tra le righe l'andamento e il valore che la stessa autrice dà ai sentimenti, agli impegni per la riuscita di un buon rapporto interpersonale. La frase che non ammette compromessi: "...la nostra mancata felicità equivale all'infelicità a cui condanniamo chi vive al nostro fianco" traspare la posizione ferma, dove i valori eterni della ricerca della felicità e del conseguente equilibrio emotivo trasmettibile passano, come in una osmosi implosiva, attraverso quei comportamenti e rispetto degli impegni che devono tendere sempre al felice risultato, poiché chi ci sta vicino respira le nostre azioni.

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La FORTUNATO intende il senso di colpa verso l'ignavia, il rilassamento della coscienza o l'attenuazione della carica vitale che deve restare sempre inalterata, perché la stessa non perda l'attenzione e non offra il fianco a utopie, ripensamenti e voli pindarici sul mefistofelico dubbio che corrode ogni valore. Anche seil dubbio è sempre principio di conoscenza...

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L'autrice non viene, però, invischiata nelle difficoltà e concause dei personaggi e la sua scrittura si libera in un equilibrio del racconto intatto nel sano sentimento, terminando la sua fatica letteraria in uno slancio propositivo di vita nuova.

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di Daisy Raisi

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“L’Angelo nato due volte” è un libro calato in contesti storici precisi,  le cui vicende si snodano sui seguenti piani temporali

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Lo stile è manierato, elegante, reso ulteriormente raffinato da sfumature intimistiche e ci trasporta in un mondo nel quale l’arte, il Bello, che vesta i panni della musica o della pittura,  è il segno di riconoscimento di anime che di base aspirano all’ elevazione. Prodotto editoriale estremamente curato, pervaso di lezioni di vita e delicatezza, svela la sua anima in prossimità del finale, nel passo in cui l’autrice, con profondità e saggezza innegabili, fa dire a Chiara: “ (…) la vita è imprevedibile, inafferrabile, inaspettata ed esige che, ogni giorno, ognuno coltivi l’amore per il prossimo e per se stesso.”

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